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Aiuto, mi si e' ristretto l'ufficio!

Dallo spazio utile all’utile vero e proprio: nanotecnologia e nanouffici

Aiuto, mi si e' ristretto l'ufficio!

La dimensione media dello spazio ufficio negli ultimi decenni ha subito una drastica cura dimagrante: in termini di "media”, dai circa 13mq del "posto lavoro” negli anni 70 siamo passati a 10mq a metà degli anni '90 per poi scendere agli attuali 5mq. Se si parlasse di una vera dieta sarebbe un grande successo: parlando invece dello spazio nel quale passiamo circa l'80% del nostro tempo può essere interessante capire meglio i motivi e le implicazioni.

 

Il primo a "dimagrire” è stato l'ufficio manageriale: l'ufficio presidenziale del "megadirettore galattico” di fantozziana memoria è sparito da tempo dalle organizzazioni contemporanee, che ora sono gestite dai "manager dinamici” che le immagini di google ci presentano con il colletto della camicia sbottonato e le maniche arrotolate. Questi uomini d'azienda sono più interessati alla tecnologia e ai risultati che alla dimensione della propria scrivania.

 

A livello di spazio operativo, notiamo che le aziende modernamente organizzate prestano maggiore attenzione ai risultati dei gruppi di lavoro e ai frutti della collaborazione tra colleghi e tra reparti; viene quindi dedicato più spazio ai "collaborative workspaces” - open space più o meno classici - piuttosto che a posti lavoro individuali. Del resto lo spazio dedicato alla collaborazione, alla condivisione e all'incontro tra colleghi è in grado di stimolare la creatività e lo sviluppo di nuove idee ed è alla base delle realtà vincenti. Il layout degli ambienti ufficio influenza ovviamente le opportunità di interazione tra i colleghi quindi la prossimità che sono in grado di offrire gli open space è estremamente efficace sia per ottenere questi risultati sia per il contenimento della superficie occupata.

 

A livello di organizzazione dell'attività, un aspetto che si ripercuote positivamente sulla quantità di spazio necessario è legato alla crescita di fenomeni quali il desk sharing e l'hotelling: si tratta di quelle situazioni che interessano figure professionali che passano la maggior parte del loro tempo presso clienti o fornitori e che saltuariamente passano in azienda, dove approfittano della prima scrivania libera per svolgere temporaneamente la propria attività; probabilmente un tempo questi funzionari avevano il loro ufficio, destinato in ogni caso a restare vuoto per la maggior parte del tempo. La condivisione delle scrivanie è tutto spazio e costo risparmiato, specialmente nelle aziende commerciali.

Non dimentichiamo infatti che lo spazio ufficio, specialmente nelle città, è diventato sempre più oneroso quindi le organizzazioni hanno dovuto necessariamente adottare misure di contenimento e di "snellimento”, cercando di ridurre i posti lavoro e la dimensione di ognuno di essi in tutti i modi possibili.

 

Infine, un altro importante aspetto alla base della diminuzione dello spazio ufficio disponibile è legato agli sviluppi della tecnologia: pensiamo ai computer degli anni '80, che occupavano mezza scrivania e alle loro stampanti ad aghi che richiedevano anche i cestelli per la raccolta dei fogli a modulo continuo: da sole occupavano più di un metro quadro. Inevitabilmente le scrivanie dovevano avere una certa dimensione per poter ospitare tutte queste apparecchiature. Quindi vennero i piani sagomati, per collocare nell'angolo l'unità centrale, il monitor e la tastiera sfruttandone la profondità. Poi l'avvento dei tower, dei laptop e dei tablet ha drasticamente cambiato le cose, richiedendo sempre meno spazio.

 

Se il trend continua in questo modo possiamo azzardare una previsione: ipotizzando che la dimensione media dell'ufficio continui a diminuire, grazie ai continui progressi nella tecnologia ma soprattutto all'enfasi che viene data alla collaborazione piuttosto che all'individualità nelle moderne organizzazioni, torneremo un giorno alla dimensione tipo "banco di scuola”?